Martedì 11 febbraio 2025, alle ore 14:00, la Sala Stampa Roof del Teatro Ariston di…
Con Trump sono a rischio gli accordi con l’Ue per lo scambio dei dati?
Nel 2023 Stati Uniti e Unione Europea avevano messo fine a un problema trascinatosi per anni. Ora il rischio è che salti tutto
Quale futuro per i rapporti tra Stati Uniti e Unione Europea nel settore digitale? Al di là della “guerra dei chip” e della competizione per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, l’ambito su cui si concentrano le preoccupazioni è quello del rispetto della privacy e delle modalità di trattamento dei dati dei cittadini europei.
Un tema, quello dei dati, che ha già vissuto anni turbolenti e che rischia di avere ripercussioni pesantissime su tutte e due le sponde dell’Atlantico. La nuova amministrazione Trump, infatti, ha già mandato segnali preoccupanti che potrebbero presagire a un’inversione di rotta nella cooperazione con il vecchio continente.
I precedenti tra sentenze e accordi falliti
Il tema del trattamento dei dati personali dei cittadini europei è uno di quei punti su cui l’Unione e gli Stati Uniti hanno avuto, storicamente, grandi difficoltà a trovare un accordo. La ragione è che si tratta di due paesi molto diversi, soprattutto a livello legislativo. “Se l’Unione Europea ha norme molto precise, al punto da aver introdotto la tutela nella Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, gli Usa da parte loro hanno un quadro legislativo decisamente più lasco”, spiega Oreste Pollicino, professore di diritto costituzionale e della regolamentazione dell’AI all’Università Bocconi, fondatore di Pollicino Advisory e socio fondatore di IAIC. “L’unica norma di livello elevato è il quarto emendamento della costituzione statunitense, che si occupa originariamente di intrusioni nella proprietà altrui e viene applicato per estensione al trattamento dei dati”. Insomma: stiamo parlando di due mondi completamente diversi.
Non stupisce che i tentativi di armonizzare le norme si siano scontrati con una serie di problemi. Negli ultimi 25 anni, infatti, sono saltati ben due accordi che provavano a regolare la gestione dei dati dei cittadini europei da parte delle aziende Usa. Sia il Safe Harbor del 2000 che il Privacy Shield del 2016 sono stati “abbattuti” da sentenze della Corte di Giustizia Europea, obbligando le due parti a trovare soluzioni alternative.