È ora di fare. Di intelligenza artificiale si parla quotidianamente, e se ne analizzano criticità…
«I magistrati usino i social con attenzione. E anche le chat…»
Parla il professore Salvatore Sica*, ordinario di Istituzioni di diritto privato presso l’Università degli Studi di Salerno
«Io credo che il concetto di privacy, soprattutto quanto parliamo di comunicazioni che avvengono attraverso chat o mailing list, sia da ritenersi in qualche modo superato», afferma il professore Salvatore Sica, ordinario di Istituzioni di diritto privato presso l’Università degli Studi di Salerno. Presidente del Comitato consultivo permanente per il diritto d’autore e socio fondatore di Iaic – Italian Academy of Internet Code, Sica è stato in passato vicepresidente della Scuola superiore dell’avvocatura.
Professore, da giorni non si parla d’altro che della mail del sostituto procuratore generale della Cassazione Marco Patarnello. Mail con cui il magistrato esprimeva perplessità nei confronti dell’operato del governo di centrodestra e poi divenuta di pubblico dominio tramite il quotidiano Il Tempo nonostante fosse sulla mailing list dell’Associazione nazionale magistrati. È un caso di violazione della privacy?
Teoricamente sì. Ma nella pratica no. Chiunque oggi invia un messaggio su una chat mediamente partecipata deve pensare che tale messaggio potrà un giorno essere diffuso anche al di fuori della chat stessa. Ormai i casi sono tantissimi. Si pensi ad esempio a quello recente che ha riguardato la chat dei parlamentari di Fratelli d’Italia riguardo il voto di un giudice costituzionale.
*Socio fondatore di IAIC