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Tecnologie decentralizzate e cripto-attività: così la Banca d’Italia detta la linea

di

Valeria Falce

Jean Monnet Professor of EU Innovation Policy; Professor in Digital Transformation and AI Policy; Ordinario di diritto dell’economia nell’Università Europea di Roma e Direttore ICPC – Innovation, Regulation and Competition Policy Centre (socio IAIC).

 

In una delicata fase di scelte e indirizzi strategici, la Banca d’Italia riempie di contenuto gli ambiti “laschi” del Pacchetto europeo MiCA, proponendo lo “statuto” degli schemi decentrati, nell’ottica della più efficace tenuta del sistema dal punto di vista delle regole e dei diritti. Ecco a chi si rivolge.

La Banca d’Italia va dritta al cuore delle tecnologie decentralizzate (c.d. “distributed ledger technologies” o “DLT”) e delle cripto-attività, analizzandone opportunità e rischi per i soggetti che a vario titolo partecipano alla catena del valore.

Punto di partenza della comunicazione del 17 giugno 2022 è la descrizione del fenomeno: le soluzioni DLT realizzano ecosistemi complessi all’interno dei quali operano e interagiscono intermediari vigilati, fornitori di tecnologia, soggetti terzi, sviluppatori, fornitori di soluzioni IT e utenti con modalità estranee al sistema finanziario tradizionale in termini di organizzazione, processi ed attività.

A tali novità – e correlate incertezze sotto il profilo delle regole – l’Europa risponde con la MiCA (“Markets in Crypto-asset Regulation”), Regolamento di imminente adozione, che insieme al regime pilota, definirà tanto i contorni dei mercati per le cripto-attività, quanto la “tokenizzazione” delle attività finanziarie tradizionali in funzione di un più ampio ricorso alla tecnologia DLT nei servizi finanziari.

 

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