Luciano Floridi: “L’intelligenza artificiale ha potenzialità enormi, evitiamo che diventi una bolla”
di Adele Sarno Intervista col più autorevole filosofo del web Luciano Floridi, membro del Comitato Scientifico…
Con il testo approvato dal Cdm, l’Italia anticipa l’applicazione del regolamento Ue e integra con alcune disposizioni relative a specifici settori. L’analisi di Giusella Finocchiaro, professoressa ordinaria di diritto privato e di diritto di Internet dell’Università di Bologna e socia fondatrice di IAIC.
Questa settimana il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge sull’intelligenza artificiale, che reca scelte importanti sugli investimenti e sulla formazione, ambiti cruciali per lo sviluppo dell’IA. La sintesi che segue riguarda le disposizioni più strettamente giuridiche, dal momento che il ddl anticipa alcune disposizioni dell’AI Act e detta alcune norme negli spazi di competenza del legislatore nazionale.
Come si sa, infatti, la cornice è dettata dal Regolamento europeo sull’intelligenza artificiale, approvato in marzo, ma non ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Il Regolamento europeo sarà pienamente applicabile solo nel 2026, benché alcune disposizioni saranno applicabili prima di quella data. Dunque, l’Italia anticipa la sua applicazione e integra con alcune disposizioni relative a specifici settori.
Nel testo normativo ci sono, innanzitutto, molte conferme. Si chiarisce e si ribadisce l’applicabilità di molte disposizioni già esistenti anche all’intelligenza artificiale.
Si riaffermano i principi fondamentali previsti dalla Costituzione e dal diritto dell’Unione Europea nella ricerca, sperimentazione, sviluppo, adozione, applicazione e utilizzo di sistemi e modelli di intelligenza artificiale e altresì i principi di trasparenza, proporzionalità, sicurezza, protezione dei dati personali, riservatezza, accuratezza, non discriminazione, parità dei sessi e sostenibilità.