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Data Act: cosa prevede la norma europea su accesso e riuso dei dati “smart”

di

Valeria Falce

Jean Monnet Professor of EU Innovation Policy; Professor in Digital Transformation and AI Policy; Ordinario di diritto dell’economia nell’Università Europea di Roma e Direttore ICPC – Innovation, Regulation and Competition Policy Centre (socio IAIC)

Franca Marroncelli

Avvocato, LL.M, Ph.D, Post doctoral fellow – Dipartimento per la trasformazione digitale

 

 

 

Digital Service Act e Digital Markets Act hanno dato nuova spinta alla Data Strategy europea: è il momento della negoziazione sul Data Act, che regolerà l’utilizzo dei dati da fonte IoT. Ecco gli orientamenti su interoperabilità, portabilità, rapporti B2B e B2C e i prossimi passi.

Serve il negoziato per aggiungere alla Data Strategy europea un ulteriore tassello, che consenta accessouso e riuso dei dati dell’internet delle cose (IoT).

Il punto di partenza è noto: il mercato dei dati genera un valore economico in crescita (pari al 2,6% del PIL dell’UE-27) ma non ancora soddisfacente per incertezze sulla titolarità dei diritti, squilibri nel potere negoziale, disponibilità limitata di servizi cloud affidabili e mancanza di interoperabilità intersettoriale dei dati nell’UE.

La risposta è europea e passa per il Data Act, un quadro armonizzato e orizzontale che stabilisce chi possa utilizzare i dati generati da prodotti smart, a quali condizioni e in quali contesti.

 

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